La sanità è da ripensare
08 Dicembre 2024
“Devono essere prioritariamente ridotte le altre spese indistinte, rispetto a quella che si connota come funzionale a garantire il fondamentale diritto alla salute”, recita così la recente sentenza della Corte costituzionale sul ricorso attuato dalla Regione Campania in merito alla manovra del governo del 2023. Il concetto viene pronunciato in modo inequivocabile: tutti i cittadini, secondo l’articolo 32 della Costituzione, devono poter avere un accesso equanime alle cure, anche le fasce più deboli, non in grado di sostenere la spesa out of pocket. Non è la prima volta che una importante istituzione dello Stato prende posizione a tutela del diritto alla salute, pochi mesi fa la Corte dei conti si era espressa altrettanto chiaramente: “la grave crisi di sostenibilità del sistema sanitario nazionale non garantisce più alla popolazione un’effettiva equità di accesso alle prestazioni sanitarie, con intuibili conseguenze sulla salute delle persone e pesante aumento della spesa privata”. Negli ultimi mesi il dibattito si è concentrato sugli investimenti alla sanità nella legge di Bilancio, ossigeno indispensabile a un sistema che per troppi anni ha subito tagli indiscriminati da tutti i governi; senza soldi non si fa nulla ma da soli i soldi non bastano.
Sono passati 46 anni da quando fu istituito il Servizio sanitario nazionale, allora non esistevano le TAC e le Risonanze magnetiche, le terapie geniche e con farmaci biologici erano ancora un sogno e la chirurgia robotica e video-laparoscopica sembrava fantascienza.
Il mondo è cambiato, ma non il governo della sanità, abbiamo un sistema di finanziamento obsoleto (i DRG) e una aziendalizzazione che, se ha permesso importanti razionalizzazioni, ha anche impresso gravi storture agli ospedali. Dobbiamo sapere che sanità vogliamo, come difendere l’universalismo delle cure, sempre più in crisi, e come finanziarlo, come ripensare il modello organizzativo in una società e una medicina in rapida evoluzione, ma bisogna saper guardare lontano, mentre al momento la miopia appare una malattia molto diffusa.