Quanta aria filtrano i nostri polmoni e perché sono il primo organo bersaglio dell’inquinamento?
In media i nostri polmoni filtrano circa 28.400 litri d’aria al giorno. Nel polmone di un adulto ci sono circa 300 milioni di alveoli polmonari (le cellette microscopiche che formano il tessuto polmonare e consentono lo scambio tra l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo e il sangue). Si stima che la superficie degli alveoli abbia un'area totale di 70-80 metri quadri: la grandezza circa di un campo da tennis. L’aria che inspiriamo ha come primo filtro proprio i polmoni che, come una spugna, trattengono le particelle contenute nello smog. Lì possono depositarsi, oppure, attraverso i capillari, diffondersi nel sangue e da qui essere trasportate ovunque nel nostro organismo.
L’inquinamento causa l’asma?
Un terzo dei nuovi casi di asma in età pediatrica potrebbe essere prevenuto se si rispettassero i valori soglia sugli inquinanti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta di una enormità di bambini che potrebbero vivere una vita normale e senza le limitazioni causate da una malattia cronica, se l’aria fosse più pulita. L’asma è una tra le patologie più diffuse al mondo e gli studi finora condotti hanno documentato una stretta relazione tra la comparsa di asma e livelli di inquinamento atmosferico, particolarmente quando avvengono esposizioni croniche, come accade nelle nostre città, a NO2, a Pm2,5 e a black carbon.
Lo smog può causare malattie cardio-vascolari: in che modo e quali?
I meccanismi con i quali alcuni inquinanti e in particolare i particolati possono causare malattie cardio-vascolari sono multi-fattoriali. Possono, infatti, determinare una disfunzione endoteliale (l’endotelio è la superficie che ricopre l’interno dei vasi sanguigni) che può a sua volta giocare un ruolo sfavorevole nei processi trombotici e aterosclerotici, favorendo la formazione della placca aterosclerotica. I particolati possono inoltre causare la liberazione di sostanze pro-coagulanti, responsabili di fenomeni trombotici (anche trombosi venose profonde), che hanno un ruolo determinante nello sviluppo di malattie cardio-vascolari. Infine, la liberazione dei fattori pro-infiammatori gioca anch’essa un ruolo chiave e sfavorevole nello sviluppo di malattie coronariche e in genere di processi patologici cardio-vascolari.
Anche gli occhi possono risentire dell’aria inquinata?
Gli stress atmosferici come l’inquinamento, il vento o l’aria troppo secca riducono il nostro film lacrimale e possono causare la così detta “sindrome dell’occhio secco”. L’uso dei computer e, in genere, attività ad elevato impegno visivo, come la lettura prolungata o l’uso di lenti di ingrandimento o di microscopi, fanno il resto aggravando la situazione. Gli occhi si avvertono irritati e le palpebre come piene di sabbia, aumentano così gli “ammiccamenti” palpebrali, le smorfie e i tic per cercare di superare il prurito causato dalla secchezza oculare. Le polveri sottili agiscono, infatti, in parte come un talco che assorbe il film lacrimale riducendolo e in parte come uno stimolo infiammatorio sulla congiuntiva, innescando uno stato irritativo che nel tempo può diventare cronico.
Lo smog causa tumori?
Sì, che esista un rapporto tra esposizione all’inquinamento ambientale e tumori è un dato ormai certo. Meno certa è invece la dimensione del fenomeno e la sua frequenza. I dati epidemiologici sono di difficile analisi e le stime presentano un’importante variabilità.