Le metropoli europee dovrebbero cominciare a chiedersi quanto giochi l’inquinamento atmosferico sulle performance intellettive di adulti e bambini. Perché sono ormai molti gli studi che documentano come disturbi di vario grado dell’apprendimento siano correlati ai particolati e a altri inquinanti. Scopriamo così che le nostre capacità mentali sono influenzate non solo da alcolici, fumo e stili di vita ma anche dall’aria che respiriamo. Ad esempio, gli economisti Avraham Ebenstein, Victor Lavy and Sefi Roth hanno riscontrato come un modesto aumento nelle concentrazioni di particolato si associ a performance inferiori degli studenti israeliani. Gli studiosi hanno anche stimato che una esposizione breve all’inquinamento degli universitari si traduca, in termini di efficienza, nella perdita di 0,15 anni di corsi e di 30 dollari al mese. Ricercatori cinesi hanno invece valutato le performance professionali di impiegati della stessa società che lavoravano in uffici ubicati in diverse città del Paese e correlato il dato alle concentrazioni di inquinanti: livelli simili a quelli che respiriamo in Europa causavano un calo della produttività del 5-6%, un dato enorme se pensiamo alle ripercussioni per una grande azienda. Un altro studio condotto a Boston ha messo in relazione i valori di black carbon con una riduzione significativa dei livelli cognitivi, di intelligenza e di memoria nei bambini di 9-10 anni di età. Mentre medici spagnoli hanno descritto gli effetti nocivi su una coorte di 3000 bambini dell’inquinamento da traffico che, attraverso meccanismi infiammatori che si innescano a livello cerebrale, influenza negativamente lo sviluppo intellettuale. I dati, poi, che legano malattie neurodegenerative come le demenze all’inquinamento sono ormai molti e scientificamente solidi.
Esistono quindi considerazioni che vanno oltre la salute in senso stretto e travalicano nella sfera economica e della possibile attrattività delle metropoli. Un giorno non molto lontano anche la qualità dell’aria potrà così diventare un elemento da valutare nella scelta di una nuova sede lavorativa. E se questo potrà essere vero per una multinazionale lo sarà ancora di più per il singolo professionista che debba decidere dove trasferirsi a vivere, perché l’aria è ormai diventata una componente essenziale della qualità della propria vita e di quella della propria famiglia. La strada per attrarre risorse professionali e di mercato passa anche e sempre più dal nostro respiro.