Che cosa succede nel tempo a chi ha sofferto dell’infezione da SARS CoV 2? Ci sono danni o anche disturbi minori persistenti a distanza? E questi occorrono solo nei pazienti che sono stati ricoverati in ospedale o anche in chi si è curata a casa, magari con sintomi meno severi? Infine, che impatto ha avuto l’infezione sulle nostre vite?
Tutti interrogativi che oggi non hanno risposte chiare e definitive e per i quali la scienza sta ancora cercando riscontri, dopo essersi occupata soprattutto del come gestire e curare la fase più acuta della malattia e dei vaccini. Per questo Corriere della Sera in collaborazione con l’Associazione Peripato, propongono ai cittadini un questionario che vuole essere un’indagine sugli “esiti riferiti dal paziente” ( in termini medici self reported outomes). Un approccio moderno, specificamente orientato a cogliere il punto di vista dei pazienti sugli esiti delle cure, che se non ha la precisione degli studi condotti secondo le classiche metodologia di raccolta, più riproducibili e rigorose, presenta il vantaggio di poter raggiungere una enorme quantità di soggetti e di rappresentare la loro percezione. Con questo progetto di raccolta dati via web Corriere.it vuole mettere al servizio del cittadino e della comunità informazioni sui problemi di salute di chi ha sofferto per la pandemia che ci ha colpito.
Per esempio: dopo la pandemia sono state necessarie nuove cure? Ma anche: come si è stati assisti quando ci si è ammalati (a casa o in ospedale) e che valutazione se ne dà. Sappiamo pochissimo, soprattutto, su cosa accade nei mesi successivi in chi ha sviluppato la malattia in forma più lieve e non ha avuto bisogno di essere ricoverato. Un interrogativo di salute che potrebbe avere importanti ripercussioni, considerate le decine di milioni di casi registrati in tutto il mondo. I risultati ottenuti verranno diffusi in massima trasparenza e periodicamente aggiornati e discussi. Nelle intenzioni, potrebbero fornire a decisori politici e istituzioni dati utili sui quali riflettere.
Il questionario richiederà al massimo 10 minuti, e lo si potrà compilare da domani su Corriere.it/salute.
Sergio Harari
Luigi Ripamonti