Scienza, salute e mistificazioni.
Le vaccinazioni sono forse i migliori farmaci che abbiamo mai avuto a disposizione: effetti collaterali molto rari e nella stragrande maggioranza dei casi minori, a fronte di milioni di vite umane salvate, basti pensare a poliomielite e vaiolo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima in 2-3 milioni le vite di bambini salvate ogni anno, grazie alle vaccinazioni per difterite, pertosse, morbillo, tetano. Purtroppo però, malgrado ciò e malgrado migliaia di dati scientifici inequivocabili, negli ultimi anni si è sviluppato un subdolo scetticismo verso i vaccini, assai pericoloso. Il tutto è nutrito da falsa scienza, informazioni formulate da cialtroni, come il medico inglese Andrew Wakefield che nel 1998 pubblicò un lavoro scientifico, poi rivelatosi totalmente falso, sul supposto legame fra l'autismo e la vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia. L'inchiesta che ne seguì accertò che Wakefield era un personaggio “disonesto, insensibile e immorale”, con non chiari interessi economici; la cosa gli costò la radiazione a vita dall'ordine dei medici. Malgrado il legame fra vaccini e autismo sia stato completamente escluso, aleggia ancora nel web e non solo lì: è solo dell'anno scorso la sentenza del tribunale di Milano che ha riconosciuto un risarcimento per un vaccino esavalente a un bambino autistico (forse in questo caso la pietas ha ceduto alla ragione...). A navigare in rete si trova, come sempre, di tutto, anche che i vaccini inoculano il cancro per alimentare i guadagni delle case farmaceutiche, peraltro sempre raffigurate come l'impero del male.
Il problema è che tutto questo lascia una tangibile traccia concreta: le vaccinazioni stanno diminuendo in tutta Italia e anche nella civilissima e moderna Lombardia. Nella nostra regione la copertura vaccinale per la poliomielite è passata in dieci anni dal 98,3% al 95%, quella per morbillo-parotite-rosolia dal 93% all'89,4% e l'anno scorso la copertura vaccinale per pneumococco e meningite in età pediatrica è stata inferiore all'80%, meno che in molte altre regioni. Perché l'efficacia delle campagne vaccinali sia ottimale è poi indispensabile quel fattore che in medicina viene chiamato immunità di gregge, fenomeno per il quale, quando si raggiunge un tasso molto alto di vaccinazioni nella popolazione, anche i non vaccinati ne beneficiano, essendo circondati da persone immuni. Ora, se i trend negativi continueranno, il rischio è di perdere questo vantaggio, con gravi conseguenze sulla popolazione.
[Fonte: Corriere della Sera - Milano, editoriale]