Si sente un gran parlare di questi tempi di ambientalismo, sono in molti a improvvisarsene alfieri e a ricordare come in anni passati già erano stati paladini di questa o quella campagna politica, delle quali però nessuno si ricorda. In realtà con pochissime eccezioni l’ambientalismo nel Belpaese non ha mai fatto notizia né tantomeno attecchito, Verdi e similia non hanno mai avuto gran fortuna e quando hanno avuto un qualche spazio politico se lo sono lasciato accuratamente sfuggire (chi ricorda il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio?), mentre gli altri partiti non ci hanno mai creduto davvero.
Nella appena trascorsa campagna elettorale per le europee, malgrado il successo del movimento Fridays for future e della sua animatrice Greta Thunberg, in Italia non si è praticamente parlato di ambiente, sebbene sia un tema tipicamente comunitario. E’ una emergenza che può essere seriamente affrontata solo coinvolgendo in strategie e interventi ampie regioni europee, ma da noi è totalmente dimenticato, salvo ricordarsene un po’ opportunisticamente in qualche occasione. Sono anni che si discute sulla necessità di aggiornare le norme comunitarie sui valori soglia per gli inquinanti atmosferici (peraltro regolarmente non rispettate dall’Italia), non allineate con quanto suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e assai meno protettive di quelle americane, ma l’argomento è lontanissimo da qualsiasi agenda politica e latitava nei vari programmi elettorali.
Anche alcuni provvedimenti sull’agricoltura e l’inquinamento del suolo che hanno importanti ripercussioni sull’ambiente meriterebbero di essere presi in considerazione, ma tutto tace o quasi. Stessa filosofia del silenzio sulla sicurezza alimentare e la salute pubblica, meno se ne parla e più ci si dimentica dei problemi, anche se non sarà rimuovendoli dalle nostre menti che si risolveranno. Salute, ambiente e sicurezza alimentare non a caso costituiscono un’unica commissione nel parlamento Europeo ma ci si chiede quale ruolo potrà mai avere il nostro Paese nella prossima legislatura visto il nazionale disinteresse. Oggi, in Italia, nessuno sembra minimamente sensibile ai determinanti più importanti per il nostro futuro. Così non è in Europa, dove l’avanzata dei movimenti Verdi è stata chiara e la sensibilità dei cittadini è ben diversa. Nella bella intervista che ha rilasciato a Corriere Annalena Baerbock, leader di successo dei verdi tedeschi, pone la questione europea al centro dell’impegno politico in una nazione come la Germania, dove non era per nulla scontato, e dichiara che l’Unione per la difesa del clima è il futuro della UE. Al successo della Baerbock, futura cancelleria a alta probabilità, fa da contraltare l’ennesima sconfitta dei Verdi e più in generale dei temi ambientali nel nostro Paese. È venuto il momento che gli italiani decidano di riempire un vuoto che i politici non vedono o non sanno riempire, il successo dei movimenti ambientalisti prova che si può fare anche senza avere dietro particolari partiti, anzi forse meglio.