La coazione a ripetere sembra un minimo comune denominatore che accomuna le belle stagioni da quando è arrivato il virus nelle nostre vite. Ricordate l’estate 2020, quella successiva alla prima ondata? Proprio quando la situazione sembrava avvicinarsi a un buon controllo epidemiologico, partì un meccanismo di rimozione collettivo della pandemia, con il delirio delle discoteche aperte a tutti e la perdita di qualsiasi attenzione e cautela. La pagammo cara con un autunno e un inverno tragici. Nell’estate 2021 si ripeté più o meno lo stesso errore. Ora la situazione è ben diversa, gran parte della popolazione beneficia di una certa copertura immunitaria, o per le vaccinazioni o per aver contratto l’infezione, gli ospedali si stanno svuotando e disponiamo di nuovi farmaci e di un sistema sanitario rodato all’emergenza. Questo però non giustifica il dimenticare che il virus è ancora tra noi e circola in gran quantità. I dati ufficiali riflettono solo in parte la realtà, in molti non dichiarano le positività, ma le concentrazioni di Sars CoV2 nelle acque reflue, come documentato da uno studio del Mario Negri, sono alte e provano come si sia ben lontani da una situazione di controllo epidemiologico della diffusione virale. Per questo lo scarso numero di cittadini che hanno aderito alla quarta dose deve essere motivo di seria preoccupazione, mentre oltre 6 milioni di italiani con più di 5 anni di età non hanno ancora ricevuto una sola somministrazione. Non piace a nessuno evocare scenari negativi ma è bene ritornare alla realtà e non scordare questi ultimi due anni, come se non avessimo imparato nulla. Le mascherine sembrano ormai essere diventate un ricordo sbiadito, mentre strade e locali si affollano di migliaia di persone accalcate (come ai recenti concerti all’aperto) dimentiche della pur minima attenzione. Omicron è una variante meno aggressiva delle precedenti ma questo non vuole dire che le prossime non possano essere altrettanto o più diffusive e più pericolose. Essere pronti al futuro significa guadagnare terreno adesso nella nostra battaglia contro il virus, ora che la bella stagione ci è di aiuto, e non sprecare un’altra estate in comportamenti eccessivamente distesi, senza significativi avanzamenti nella campagna vaccinale, che resta il vero e fondamentale baluardo nel contrasto alla pandemia.
Corriere Nazionale