In questi giorni la recrudescenza dello smog ricorda il romanzo di Marquez “Cronaca di una morte annunciata”: tutti sapevano che sarebbe accaduto ma, per ragioni varie, nessuno fece nulla per evitarla.
L'inquinamento è da sempre in questo Paese un argomento scomodo, periferico alla politica maggiore, relegato a appannaggio di ecologisti e ambientalisti fuori tempo massimo, in una nazione che non ha mai davvero avuto un movimento verde. Nella regione più inquinata d'Europa le politiche per migliorare l'ambiente sono dimenticate in un cassetto (come in passato avvenne per alcune importanti ricerche scientifiche dai risultati ritenuti troppo scomodi). E intanto si allungo l'elenco dei buoni propositi disattesi, come il piano regionale lombardo “Aria”, valso solo a risparmiarci un'esosa multa per infrazione delle norme europee sull'inquinamento. Bisogna guardare la realtà in faccia: la sensibilità della popolazione sui temi ambientali è aumentata ma a singhiozzo, come i venti dell'aria che puliscono a intermittenza il cielo della nostra città; molti sono ancora gli increduli a oltranza, refrattari a statistiche e dati scientifici (numerosissime sono le email dei complottisti di professione contro giornalisti, medici, scienziati, come fossero tutti uniti in una grande lobby dagli oscuri interessi), mentre la politica fa spallucce così come le faceva in passato. E come purtroppo tornerà a farle tra qualche giorno, quando finalmente pioverà, l'aria migliorerà e tutti, volentieri, ci dimenticheremo dei nostri polmoni.
[Fonte: Corriere Della Sera, lunedì 28 Dicembre 2015]