La crescita esponenziale dei contagi da Sars-CoV 2 alla quale stiamo assistendo è figlia del processo diffuso di rimozione collettiva di queste ultime settimane, come se la pandemia fosse finita o quasi con il termine del lockdown. Complici alcuni messaggi che hanno ingenerato false sicurezze, l’esasperazione per i mesi confinati tra le mura domestiche e il precipizio economico nel quale stava sprofondando il Paese, si è dimenticato che il virus non ha mai smesso di circolare e che un vaccino non arriverà in tempi brevissimi. Così come non risolverà in quattro e quattr’otto la pandemia, come ha recentemente sottolineato la stessa OMS (istituzione peraltro non scevra di gravi mancanze nella gestione dell’emergenza). La dissennatezza con la quale si sono lasciati accalcare migliaia di giovani nelle discoteche e il penoso spettacolo delle spiagge affollate oltre ogni ragionevolezza (la colpa però è anche di chi non controlla), ha sperperato quel tesoretto di sicurezza e riduzione dei contagi che il nostro Paese aveva faticosamente guadagnato grazie al senso civico e al sacrificio di tutti e che ci aveva fatto diventare un virtuoso riferimento internazionale, come riconosciuto dallo stesso New York Times. È venuto il momento di guardare in faccia la realtà: il virus non ci lascerà domani, volenti o nolenti dobbiamo conviverci. Per questo la vita non può fermarsi, le scuole dovranno riaprire, ma questo deve avvenire nella consapevolezza che si tratta di rischi valutati come accettabili e ragionevoli, ma non pari a zero, e che andranno verificati nel tempo. Oggi siamo tutti nuovamente chiamati alle nostre responsabilità, il Paese, così come avvenne durante il lockdown, deve avere un nuovo scatto di solidarietà e civismo. Per permettere che la convivenza con il virus resti entro confini accettabili dobbiamo attenerci scrupolosamente alle misure di protezione e distanziamento sociale che ormai conosciamo bene. Le famiglie saranno presto chiamate anch’esse a un ruolo molto importante: monitorare la salute dei propri figli, evitare comportamenti e esposizioni a rischio, essere responsabili senza cedere al panico e all’ansia, comprensibili per qualsiasi genitore, ma ora ingestibili. La vaccinazione per l’influenza stagionale andrà effettuata dal maggior numero possibile di persone per evitare che i sintomi si confondano con quelli del Covid e rischino di annegare i nostri pronto soccorso. Intanto la scienza sta correndo come mai prima nella storia per trovare cure, oltre ai vaccini, e terapie efficaci. Uno snodo fondamentale resta quello del tracciamento tempestivo dei casi, indispensabile perché l’indagine epidemiologica sia rapida e efficace, e anche per le cure; i tamponi sono ancor oggi troppo pochi nel nostro Paese, e i meccanismi di monitoraggio ancora troppo lenti. Istituzioni e cittadini devono essere coesi nell’affrontare con responsabilità i mesi che verranno perché il nostro futuro e quello dell’Italia è oggi più che mai nelle nostre mani e dipenderà dai nostri comportamenti.
[Editoriale Corriere della Sera, edizione Nazionale, prima pagina e prosegue in seconda taglio basso]
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