16 Dicembre 2024

Mai come in questi ultimi anni sembra difficile mantenere politica e scienza ben distinte, la pandemia ha sparigliato le carte e rimetterle in ordine non è una impresa semplice. Però bisogna farlo, per il bene di tutti. I temi di salute pubblica non possono diventare argomenti da bar di cui discutere dimenticando qualsiasi dato e prova scientifica. Se oggi invecchiamo, abbiamo tecnologie super moderne e farmaci efficacissimi, è grazie al progresso del metodo scientifico, affinato in secoli di studi e di positivismo, buttare tutto al mare è una follia collettiva di cui rischiamo di pagare le amarissime conseguenze.

Svilire il valore dei vaccini che hanno liberato il mondo da malattie come la poliomielite e il vaiolo e fatto risparmiare milioni e milioni di vite durante la pandemia Covid è inaccettabile. Siamo stati in prima linea, cercando di arginare la marea montante di pazienti che arrivava nei nostri ospedali, ci siamo trovati nella difficile situazione di scegliere chi intubare e chi abbandonare al proprio infausto destino, i vaccini sono stati la via di salvezza che ci ha permesso di uscire dalle secche di una situazione che sembrava disperata e senza speranze e di arrestare la progressione esponenziale del virus che si diffondeva ogni giorno di più. Forse qualcuno l’ha dimenticato, noi no. Così come non dimentichiamo che i ruoli della politica e della scienza sono diversi; se alcuni, anche in ambito medico, hanno peccato di protagonismo e passato il confine, questo non può cambiare il posto che deve avere la ricerca scientifica e la medicina nella società.

Bene ha fatto l’accademia dei Lincei a prendere una posizione netta, esprimendo viva preoccupazione per il messaggio diseducativo della sanatoria per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale durante la pandemia. L’obbligo vaccinale per le malattie infettive è uno dei cardini della prevenzione in tutto il mondo e da decenni rappresenta una delle misure più importanti di igiene pubblica, svuotarlo di significato è un fatto gravissimo. Cosa diremmo se in una sperduta regione dell’Africa si sviluppasse una terribile malattia infettiva contro cui ci fosse un vaccino efficace ma la popolazione non lo volesse fare per una qualche stupida superstizione? Così sta avvenendo nel nostro moderno Paese. Pensiamoci, prima che sia troppo tardi.