L’emicrania è un’affezione molto diffusa, si calcola infatti che ne soffra circa il 20% della popolazione generale, e le donne ne soffrono dalle tre alle quattro volte più frequentemente degli uomini. Alcuni studi hanno evidenziato come esista un legame fra emicrania e rischio di ictus, particolarmente quando l’emicrania è accompagnata dalla cosiddetta aura (quello stato di confusione e disturbi neurologici che precede l’attacco vero e proprio di emicrania). Ora uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal prova come le donne giovani che soffrono di emicrania abbiano un aumentato rischio anche di infarto cardiaco e, più in generale, di malattie e morte per cause cardiovascolari.
Dal 1989 al 2011 sono state seguite 115.451 infermiere americane di età compresa tra i 22 e i 45 anni, e per ben 22 anni sono stati registrati i loro stili di vita, le loro abitudini alimentari, i valori di colesterolo e trigliceridi e tutti i loro problemi sanitari, in un importante studio prospettico: 17.531 (15%) soffrivano di episodi di emicrania. Nell’arco di tempo osservato 1.359 donne (1,2% del totale) hanno accusato episodi di infarto cardiaco, ictus, angina e altri problemi cardio-vascolari e 223 ne sono morte. Le donne che avevano riferito di soffrire di episodi di emicrania sono andate incontro a un maggior numero di eventi cardio-vascolari sfavorevoli (+ 50%) rispetto alle altre. Sebbene il dato possa sembrare a una prima disamina enorme, in termini statistici non lo è: infatti un aumento del 50%, se la popolazione che ha sofferto di episodi cardio-vascolari è una minoranza, come in questo caso, si traduce nel passare da un rischio dell’1,2% all’1,8%, dato certamente significativo ma non enorme.
E’ giunta finalmente la prova che testa e cuore sono strettamente legati? Difficile rispondere così come risulta difficile capire le ragioni di questa relazione, forse da ricondurre al carattere sistemico dell’emicrania, interpretata secondo le più recenti ricerche come espressione di una disfunzione endoteliale (la parte interna dei vasi sanguigni). Lo studio non deve preoccupare la singola donna che ne soffre ma, data la diffusione di questo disturbo, pone alcuni interrogativi: basta curare i sintomi della cefalea per prevenire in questi soggetti il rischio cardio-vascolare? Bisogna inserire l’emicrania a pieno titolo fra i fattori di rischio cardio-vascolari da monitorare attentamente? Tutte domande alle quali la scienza dovrà trovare una risposta.
[Corriere della Sera - cronache nazionali, spalla destra - lunedì 13 Giugno 2016]