Se c'è stato un ministro della salute che ha inciso sulla vita degli italiani questo è Girolamo Sirchia, grazie alla legge antifumo che porta il suo nome. Molti hanno ormai dimenticato le improbabili polemiche e gli accesi dibattiti televisivi che segnarono l'iter pubblico e legislativo della legge che ha cambiato l'aria che oggi respiriamo.
Ma, se la legge Sirchia ci ha liberato dalla schiavitù di ristoranti e locali fumosi e impuzzolentiti dal tanfo di sigaretta che ammorbava anche gli abiti, i suoi effetti positivi sono andati diluendosi nel tempo. Dopo un'iniziale riduzione del numero di fumatori si è arrivati a un plateau che non migliora e che anzi risale. Il fumo ha ricominciato a diffondersi e, se gli adulti e i meno giovani sono più coscienti e informati dei pericoli del vizio che ha ucciso più di molte guerre, i più giovani sono indifesi, privi di quella memoria storica che aiuta chi è cresciuto vedendo i film con Humphrey Bogart ma ha assistito a troppe tragedie.
La battaglia contro il fumo riparte dai giovani e l'azione è tanto più incisiva tanto prima si comincia, il target di età migliore è probabilmente quello compreso tra i 10 e i 13 anni, se si considera che 11% dei tredicenni già fuma e che la percentuale di fumatori sale al 30% tra i quindicenni. E Il primo tiro può essere il peggiore, perché dopo 20 mesi dalla prima bionda molti ragazzi fumano regolarmente una o due volte la settimana.
“The Answer - la risposta sei tu” è un film interattivo, promosso dalla Fondazione “Il Sangue” dell'ex ministro Sirchia fondatore anche del Nord Italian Transplant (l'organizzazione di coordinamento dell'attività di trapianto nel Nord Italia) e da Regione Lombardia, un segnale di attenzione ai giovani su un problema troppo spesso dimenticato. Ma non basterà, altre azioni di politica sanitaria sono indispensabili per vincere la battaglia. E' da tempo che il presidente Maroni vuole cancellare i ticket sanitari ma non riesce a trovare le risorse economiche necessarie, una tassa regionale di scopo sulle sigarette potrebbe essere la risposta che cerca: un euro per ogni pacchetto di sigarette devoluto alla medicina. I soldi potrebbero essere destinati alla ricerca, alla prevenzione e alla cura delle malattie polmonari e cardio-vascolari la cui crescita epidemiologica non conosce battute di arresto, al miglioramento della rete di assistenza territoriale e ospedaliera e, naturalmente, anche all'abolizione dei ticket. Una tassa “sana” che potrebbe cambiare il futuro e la salute di molti.
[Fonte: Corriere Della Sera, edizione Milano _ spalla_ Lunedì, 18 Gennaio 2016]