Dopo un lungo periodo durante il quale gli studi scientifici pubblicati erano dubbi sull’azione dell’inquinamento combinata alla pandemia, più recentemente sembra affermarsi l’interpretazione per cui i particolati abbiano una azione potenziante l’effetto nocivo del virus risultando in un aumentato numero di ricoveri e decessi. Resta invece ancora in discussione l’aspetto relativo a una maggiore diffusione del virus favorita dallo smog.
In questa direzione vanno anche le ricerche riportate da Corriere in questi giorni sia sull’azione combinata dell’inquinamento e del virus Sars-CoV 2, sia sulla mortalità in eccesso registrata nelle settimane più calde di questa estate. Dati che devono far riflettere su come si possa evitare che fenomeni di questo tipo si ripetano.
Si tratta di eccessi di mortalità che colpiscono in entrambi i casi le fasce di popolazione più anziane.
Se correggere le alte temperature e agire sull’inquinamento non è immediato, delle azioni di supporto socio-sanitario possono essere preventivate e messe in atto potenziando la rete ospedaliera, particolarmente i reparti internistici, organizzando una assistenza infermieristica e sociale a domicilio e sviluppando una efficace rete di sorveglianza sul territorio.
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