Con la carne rossa cresce la mortalità
Rischia di sconvolgere le nostre abitudini alimentari lo studio appena pubblicato sul British Medical Journal che associa il consumo di carni rosse a un marcato aumento di mortalità.
23 Maggio 2017
La ricerca è stata condotta da studiosi del National Cancer Institute in 6 stati americani e due aree metropolitane di due grandi città (Detroit e Atlanta) su 536.969 cittadini di età compresa fra i 50 e 71 anni, seguiti nelle loro abitudini di vita per oltre 15 anni. Durante questo lungo arco temporale 128.574 soggetti sono deceduti (con una mortalità maschile quasi doppia rispetto a quella femminile). Il consumo di carni rosse (manzo, agnello, maiale) è stato associato a un aumento di mortalità del 26%, in particolare per tumori, malattie cardio-vascolari, respiratorie, diabete, patologie renali ed epatiche croniche. L’eccesso di mortalità era strettamente legato al contenuto di nitrati, nitriti e ferro eme (quello presente negli alimenti di origine animale) delle carni rosse, e la spiegazione potrebbe risiedere in alterazioni dei meccanismi di stress ossidativo che regolano anche l’invecchiamento cellulare promossi da queste sostanze. I dati, con i limiti comuni a tutti gli studi epidemiologici, sono scientificamente molto forti per l’ampiezza della popolazione considerata e la durata dello studio, e sono ulteriormente rafforzati dal rilievo che l’alimentazione a base di carni bianche come il pollame e pesce si sia accompagnata a una mortalità nettamente inferiore.
Ai risultati di questo studio si aggiungono poi altre considerazioni: le pubertà sempre più precoci legate agli ormoni presenti nelle carni macellate, l’antibiotico-resistenza causata dall’uso indiscriminato di antimicrobici negli animali di allevamento, le recenti denunce su allevamenti e macellazione degli animali, le ricadute ambientali. Oggi in molti paesi moderni come l’America il consumo di carne per persona supera i 110 kg all’anno, oltre 10 volte di più di quanto non fosse secoli fa.
Ai risultati di questo studio si aggiungono poi altre considerazioni: le pubertà sempre più precoci legate agli ormoni presenti nelle carni macellate, l’antibiotico-resistenza causata dall’uso indiscriminato di antimicrobici negli animali di allevamento, le recenti denunce su allevamenti e macellazione degli animali, le ricadute ambientali. Oggi in molti paesi moderni come l’America il consumo di carne per persona supera i 110 kg all’anno, oltre 10 volte di più di quanto non fosse secoli fa.