E’ il paradosso della cronicità: 30% di malati assorbono il 70% di tutte le risorse sanitarie, un malato cronico “pesa” in termini di assistenza, farmaci e presidi molto di più di uno acuto.
A fare la differenza poi è la gravità della malattia: una cosa è essere ipertesi, altra è essere in ossigenoterapia per una malattia respiratoria o soffrire di scompenso cardiaco. Alcuni di questi pazienti potranno essere seguiti dal medico di medicina generale, altri richiederanno cure altamente specialistiche integrate con l’ospedale. Presa in carico a 360 gradi, monitoraggio attento del paziente, stretto controllo della compliance alle cure (prende tutte le pastiglie regolarmente? assume i farmaci correttamente?) saranno la chiave di volta per migliorare l’assistenza a questi pazienti, la loro sopravvivenza e qualità di vita ma anche per ridurne i costi.
Questa è la vera sfida della riforma sanitaria lombarda approvata ormai un anno fa e ora in attesa di concreta attuazione.