15 Ottobre 2023

Se esiste un problema di equità sociale nell’accesso alle cure, e purtroppo esiste eccome (basti pensare alle liste di attesa), questo è ancora più acuto nel campo della salute mentale. Il Presidente Mattarella ha recentemente ricordato, con la sensibilità che gli è propria, che “godere di una buona salute mentale è condizione per esercitare liberamente i diritti fondamentali della persona” ed anche come i giovani siano quelli più esposti al disagio psichico. L’impatto della recente pandemia e delle guerre è, purtroppo, devastante.

Ansia e depressione sono ormai mali così diffusi che è difficile continuare a chiamarli oscuri, come li definiva e raccontava magistralmente Giuseppe Berto cinquant’anni fa. Per fortuna oggi disponiamo di terapie efficaci, farmacologiche e non solo, per affrontarli. Ma il benessere psicologico non può essere appannaggio solo di chi può permettersi economicamente sostegni e cure. Chi ha occasione di viaggiare negli USA può rendersi conto direttamente, passeggiando per le strade di una delle loro grandi città, da San Francisco a New York, di cosa voglia dire vivere in un paese che non è dotato di una rete psicologica pubblica accessibile a tutti. Basta guardarsi attorno, osservare le persone, gli homeless ma non solo loro, l’enorme diffusione dei disturbi alimentari e del comportamento è così evidente che non è necessario aver letto Freud per capacitarsene.
 
Alcuni numeri possono dare l’idea delle dimensioni del problema: nel nostro Paese ogni anno si spendono oltre 400 milioni di euro per farmaci antidepressivi e circa 160 milioni di euro per antipsicotici, e non è che la punta dell’iceberg.
Il continuo depauperamento dei Dipartimenti di Salute Mentale e le enormi difficoltà a garantire l’assistenza ospedaliera, territoriale e residenziale, a causa anche della gravissima carenza di professionisti, rappresentano una criticità maggiore che mette a serio rischio il nostro sistema salute. Se in questo delicato settore della medicina è ancora più importante la prevenzione, è in questa direzione che bisogna investire, parola quest’ultima però difficile a pronunciarsi mentre il Governo prepara nuove riduzioni di budget per la già povera Sanità.

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